In alcune situazioni, nonostante la presenza di un legame matrimoniale riconosciuto sia civilmente che religiosamente, le premesse che sostengono l’unione possono rivelarsi insostenibili o mancanti, aprendo nuove questioni circa la validità del medesimo. Un’eventualità che può verificarsi è rappresentata dalla mancata consumazione del matrimonio, argomento delicato e poco discusso, ma che merita un’attenzione precisa.
La Chiesa infatti, in casi specifici, può consentire lo Scioglimento Matrimonio Religioso, inserendo diverse casistiche tra cui rientra appunto l’inconsumazione post matrimonio. Al riguardo, va più in dettaglio il diritto canonico, stable a sezioni precise circa le circostanze in cui è possibile richiedere la dispensa per un matrimonio non consumato. Il processo di richiesta prevede la presentazione della domanda al tribunale diocesano, un organo che provvederà a valutare con attenzione le circostanze riportate nel ricorso, l’inconsumazione e l’assenza di scandalo tra i fedeli.
Sebbene non sia obbligatoria la presenza di un avvocato, per una corretta gestione della documentazione e una seria valutazione del contesto, è vivamente consigliato avvalersi di una figura legale. Lo scioglimento del matrimonio religioso per inconsumazione, o in presenza di rapporti forzati, non è un percorso semplice ne’evidente, richiedendo una corretta informazione e un adeguato supporto.
Per completezza di informazioni e dettagli specifici, vi consigliamo di contattare uno studio specializzato, come lo Studio Rotale Gullo, che può guidare le coppie attraverso questo percorso delicato e complesso. La comprensione delle modalità, dei tempi e delle opportunità offerte dal diritto canonico rappresenta un importante passo verso una risoluzione pacifica e soddisfacente.